domenica 26 febbraio 2012

Dalla barca Oliva - Report 25 febbraio 2012


Ieri siamo usciti di nuovo con la barca Oliva per monitorare le violazioni dei diritti umani da parte della marina israeliana nelle acque di Gaza.
Qui un breve report.

Siamo partiti dal porto di Gaza city alle 16.00. A bordo della Oliva ero con un altro osservatore internazionale CPSGaza, un visitatore internazionale e il capitano palestinese.

Alle 16.40, eravamo a circa 2 miglia nautiche dalla costa quando abbiamo osservato  una nave della marina israeliana avvicinarsi ai pescatori e continuare a muoversi a grande velocità fra le loro barche, dicendo loro di andare via.
Quando abbiamo raggiunto le imbarcazioni dei pescatori, la nave della marina israeliana ha indietreggiato.

Alle 16.51, alcuni pescatori ci hanno informato che la nave della marina israeliana aveva aperto il fuoco verso le loro imbarcazioni prima che raggiungessero le tre miglia nautiche dalla costa.

Verso le 17.00, abbiamo osservato la nave della marina israeliana muoversi a gran velocità verso i pescatori.
Alle 17.14, la nave della marina israeliana ha iniziato a sparare verso i pescatori. Poi, ha iniziato a indietreggiare.
Alle 17.30, abbiamo osservato la nave della marina israeliana iniziare a muoversi verso i pescatori e sparare in acqua.
Alle 17.52, abbiamo osservato la nave della marina israeliana sparare verso un peschereccio.
Alle 18.20 siamo tornati al porto di Gaza.


Alcuni pescatori ci hanno riferito che i soldati della marina israeliana li hanno minacciati dicendo loro che se avessero comunicato con noi osservatori internazionali della Oliva, la volta successiva avrebbero mirato alla loro barca.

I pescatori si sentono protetti dalla nostra presenza.
Quando la barca Oliva non è in mare, i pescatori vengono spesso arrestati e le loro barche confiscate.
Vengono attaccati e la marina israeliana impedisce loro di pescare.

Siamo tornati al porto di Gaza city quando ormai era buio. La nostra barca non è ancora attrezzata per restare in mare di notte. Mentre ci allontanavamo, il cielo era illuminato dai flares utilizzati dalla marina israeliana.

Lascio i pescatori con un senso di sconforto e di impotenza pensandoli in balia della marina israeliana durante la notte. Ma allo stesso temoo nutro la speranza che il progetto della barca Oliva possa crescere giorno dopo giorno e che, se saranno raccolti fondi, possa essere meglio equipaggiata.

Spero anche che sia fatta maggiore pressione sulla Comunità Internazionale perché condanni i continui attacchi da parte della marina israeliana contro i pescatori di Gaza e perché eserciti pressione su Israele perché consenta ai pescatori di lavorare all'interno delle 20 miglia nautiche a cui hanno diritto.



Backgroud:

Le restrizioni sull'area in cui i pescatori possono pescare incidono notevolmente sulle capacità di sostentamento dei palestinesi.
Quest'area doveva estendersi fino a 20 miglia nautiche dalla costa secondo gli accordi di Jericho del 1994 (sotto gli accordi di Oslo), poi fu ridotta a 12 miglia, a 6 miglia ed infine a 3 miglia dal gennaio 2009.
La "buffer zone" marina impedisce ai pescatori palestinesi l'accesso all'85% delle acque di Gaza a loro concesse dagli accordi di Oslo.
Israele continua regolarmente ad attaccare i pescatori palestinesi entro il  dellelimite 3 miglia nautiche.
La sussistenza di molti Gazani dipende dalla pesca e Israele continua a usare armi da fuoco e cannonate d'acqua per impedire ai pescatori di svolgere il proprio lavoro.
L'assedio israeliano continua dopo più di 4 anni, limitando l'area marina disponbile per la popolazione di Gaza.

Civil Peace Services Gaza continua a monitorare le violazioni dei diritti umani nelle acque di fronte alla Striscia di Gaza.

E'possibile trovare il report in inglese sul sito del CPSGaza: http://www.cpsgaza.org/

Chi volesse supportare il progetto della barca Oliva e volesse ricevere qualsiasi altra informazione può scriverci all'indirizzo: info@cpsgaza.org



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