mercoledì 27 giugno 2012

Questa mattina, presso la corte militare di Gaza city,  si è svolta una nuova udienza del processo per il rapimento e l'uccisione di Vittorio Arrigoni.

Siamo entrati nell'aula del tribunale verso le 11.10 del mattino. Dopo una prima udienza relativa ad un altro caso, la nostra udienza è iniziata alle 11.30

La Pubblica Accusa ha iniziato il suo discorso citando una frase del Corano riportante che i musulmani devono salvare la vita delle persone delle altre religioni, se queste persone non combattono contro i musulmani. La Pubblica Accusa ha specificato che Vittorio combatteva al fianco del popolo palestinese, al fianco dei musulmani, pur non essendo musulmano. "E'una vergogna il crimine che è stato commesso e va contro lo stesso Islam", continua la Pubblica Accusa. 
La Pubblica Accusa ha poi riferito alla corte di aver consegnato tutti i documenti, secondo cui gli imputati sono coinvolti nel rapimento e nell'uccisione di Vittorio, e che a prova della loro colpa vi è anche l'interrogatorio che è stato fatto loro. La Pubblica Accusa ha così riportato a voce gli interi interrogatori fatti ai tre imputati Tamaer Hasnasnah, Mahmoud Salfiti e Khader Jram. 
La cosa più importante venuta fuori, continua la Pubblica Accusa, è che il responsabile dell'uccisione è stato Abdel Rahman Breizat che era venuto a Gaza con la delegazione giordana "Shirian Al Hiaa". Quando Breizat è arrivato a Gaza, ha iniziato a preparare ciò che voleva fare, in colaborazione con Bilal Omari.


La Pubblica Accusa ha riportato così i dettagli del rapimento e dell'uccisione.

La Pubblica accusa ha poi riportato l'interrogatorio di Mahmoud Salfiti. Salfiti aveva dichiarato di aver conosciuto Breizat dall'inizio sin da quando quest'ultimo era entrato a Gaza. Salfiti, Breizat ed Bilal Omari avevano deciso di rapire un internazionale e di chiedere al governo il rilascio del salafita Hisham Al Sa'idni e degli altri salafiti arrestati dal governo.
Infine la Pubblica Accusa ha riportato l'interrogatorio di Khader Jram, al quale gli altri avevano chiesto l'orario in cui Vittorio usciva di casa.

La Pubblica Accusa ha poi riferito di aver preso il laptop di Hasasnah e di aver girato un video ai tre imputati durante l'interrogatorio. Inoltre è stato girato anche un video all'interno dell'abitazione quando Vittorio è stato trovato. Il proprietario dell'appartamento che hanno utilizzato si chiama Khader Bahr.
La Pubblica Accusa ha specificato che la difesa non ha presentato nulla contro questi documenti. La difesa "afferma che Hasasnah e Jram non erano lì al momento dell'uccisione - continua la Pubblica Accusa - ma solo rapire Vittorio e colpirlo sono due azioni importanti e gli imputati lo sapevano, sapevano della gravità delle loro azioni. Anche chiamare il governo chiedendo di rilasciare i salafiti è stato un grande sbaglio". La Pubblica Accusa cita anche Omar Abu Ghoula, a piede libero perché accusato di reati minori, e probabilmente scappato in Egitto. La Pubblica Accusa riferisce che Abu Ghoula aveva ospitato gli imputati a casa propria offrendogli protezione sapendo che avevano commesso un omicidio, quindi anche lui ha partecipato al reato quanto loro.

Infine la Pubblica Accusa ha chiesto alla corte il massimo della pena per i 3 imputati.

A questo punto è intervenuta la difesa.
Un primo avvocato della difesa dichiara che Hasasnah e Salfiti hanno dichiarato il vero, affermando di aver partecipato al rapimento di Vittorio, ma non sapevano che Vittorio sarebbe stato ucciso. Secondo la difesa quindi i due non sarebbero colpevoli e ne ha chiesto il rilascio.
Un secondo avvocato della difesa ha dichiarato che Jram ha detto la verità e che ha riconosciuto il suo sbaglio. Secondo la difesa Jram non sapeva dell'uccisione, di cui è venuto a conoscenza solo tre giorni dopo, e  non si era recato nell'appartamento. L'avvocato ha chiesto quindi alla corte di rilasciare Jram.

Il capo della corte militare ha chiesto ai tre imputati in cella "Che cosa ci chiedete?"
Salfiti ha risposto "nulla". Hasasnah ha risposto "di rilasciarci, di perdonarci". Jram ha risposto "Io non ho fatto nulla, per favore perdonatemi".

Dunque, la Pubblica Accusa ha chiesto per gli imputati il massimo della pena.
La difesa ha chiesto il rilascio degli imputati.

La corte ha stabilito la prossima udienza per il 29 agosto, ma un avvocato della difesa è intervenuto dicendo che quel periodo corrisponde alle festività dell'"Eid" dopo il Ramadan, ed ha quindi chiesto una settimana di tempo.
La corte ha quindi stabilito la prossima udienza per il 5 settembre, e crediamo sarà di certo l'udienza finale in cui la corte, in base ai documenti ed alle dichiarazioni della Pubblica Accusa e della difesa, dichiarerà la propria decisione.











sabato 23 giugno 2012

23 giugno 2012, sesto giorno di attacchi israeliani su Gaza.
Sale a 16 il numero dei morti, fra cui oggi un bambino di 5 anni e mezzo, e più di 60 sono i feriti.

Questa mattina, in Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza, un carroarmato israeliano ha sparato un colpo di artiglieria uccidendo un bambino di 5 anni e mezzo, ferendo suo padre ed altre 3 persone.
Nell'obitorio dell'ospedale Nasser ho visto il corpo segnato e senza vita del bambino.
Ali Moutaz Al Shawaf aveva 5 anni e mezzo.


Ali Moutaz Al Shawaf, 5 anni e mezzo

Ali Moutaz Al Shawaf, 5 anni e mezzo

i segni dell'attacco sul corpo del piccolo Ali


Il padre di Ali si trovava in sala operatoria. Sono andata a far visita alle altre persone ferite in questo attacco, alcune delle quali erano ricoverate all'European hospital in Khan Younis.
Zaki Msabah, 53 anni, è rimasto ferito alla spalla. L'ho incontrato nella sua abitazione. Zaki inizia a raccontarmi quello che è successo. Giovani e famiglie si recano usualmente nel posto che è stato attaccato dal carro armato israeliano. C'è un campo di calcio dove i giovani tengono una sorta di campionato, ci sono tavole da ping pong ed è possibile guardare le partite in tv. Oggi sarebbe dovuta esserci una partita di calcio fra alcuni giovani. Zaki lavora lì e si era recato sul posto al mattino per pulire e preparare ogni cosa. Alcuni amici erano andati ad aiutarlo. C'erano due ragazzi con due bambini che volevano giocare a ping pong e gli avevano chiesto di aprire la sala. Improvvisamente, verso le 10.15 del mattino, Zaki ha sentito una enorme esplosione. "Ho volato per alcuni metri", racconta Zaki. 
Non c'erano stati spari di avvertimento prima dell'attacco. La situazione era calma, tranquilla. 

Zaki Msabah, 53 anni


In ospedale incontro altri due feriti, Omar Tabash, 28 anni, e Yosif Abu Tair, 24 anni.
Omar è rimasto ferito alle braccia ed alla gamba destra.
Racconta che era andato sul posto con suo figlio Ayoub di un mese e mezzo, con Moutaz (il padre di Ali) ed il piccolo Ali.
Voleva giocare a ping pong. "Ali stava parlando al cellulare con sua mamma", racconta Omar. Il piccolo Ali aveva detto a sua mamma "Mamma ti voglio vedere", sua madre gli aveva risposto "Ora sono a lavoro, ci vediamo a casa". Suo padre voleva andare a casa per cambiarsi ed indossare vestiti sportivi. E' uscito all'esterno ed ha gridato. Poi l'esplosione. 
Moutaz ha chiamato Omar "per favore vieni", ma Omar, ferito, non poteva. Omar ha chiamato alcuni amici e l'ambulanza. "Ali è morto mentre abbracciava suo padre", conclude Omar.

le gambe di Omar Tabah, 28 anni, ricoverato in ospedale

Omar Tabash, 28 anni



Nella stessa giornata di oggi 23 giugno 2012, l'aviazione militare israeliana ha attaccato diverse zone nella Striscia di Gaza.
Un primo attacco, verso le 11.00 del mattino, si è verificato ad est di Shjayah, al centro di Gaza city. La bomba non è esplosa.
L'aviazione militare israeliana ha attaccato poi l'area di Jabalia, a nord di Gaza. Una persona è morta. Era un attivista del Popular Resistance Committee, il suo nome è Khalid al-Burei ed aveva 25 anni.

Sempre al mattino di sabato, Israele ha condotto incursioni aeree contro tre siti della sicurezza di Hamas. Almeno 17 persone sono rimaste ferite.

Nel pomeriggio, un palestinese è rimasto ucciso e altre 9 persone sono rimaste ferite in attacco israeliano al centro di Gaza city, in un'area chiamata "Nasser", densamente affollata durante il giorno.

Mi sono recata allo Shifa hospital subito dopo l'attacco.
Il civile morto si chiama Osama Ali ed aveva 34 anni.
Stava attraversando la strada al momento dell'attacco.


nell'obitorio, il corpo di Osama Ali, 34 anni 

All'esterno dell'obitorio, urla e lamenti di parenti ed amici della vittima.

parenti ed amici di Osama Ali all'esterno dell'obitorio

Nello stesso attacco, 9 civili sono rimasti feriti.

Hassan Oda, 24 anni, si trovava di fornte la sua abitazione al momento dell'attacco.

Hassan Oda, 24 anni


Imad Abu Nahl, 29 anni, era in macchina al momento dell'attacco.

Imad Abu Nahl, 29 anni

Hassan Yassin, 28 anni, stava attraversando la strada.

Hassan Yassin, 28 anni



Nella giornata di ieri venerdì 22 giugno, un ragazzo è stato ucciso in un attacco israeliano ad est di Al-Bureij camp. Qassem Abdullah Ahmed aveva 24 anni. Due civili sono rimasti feriti e sono stati trasportati al' Al-Aqsa Martyrs hospital in Deir al-Balah.

La sera di venerdì 22 giugno, un attacco israeliano a nord di Gaza ha ucciso Humam Jamal Abu Qadoos, 20 anni.

In quella stessa giornata l'aviazione militare israeliana ha condotto più incursioni in diverse zone della Striscia di Gaza.

Nella notte tra venerdì e sabato, verso del 2 del mattino, Gaza city è stata scossa da una tremenda esplosione. L'aviazione militare israeliana ha colpito un complesso militare di Hamas in zona Saraya, al centro di Gaza city. 
Mi sono recata sul posto durante la notte subito dopo l'attacco. Molti abitazioni sono state danneggiate.
Tra i feriti, membri della security di Hamas e quattro civili.

ambulanze sul posto colpito durante la notte di venerdì al centro di Gaza city

uomini della sicurezza controllano l'area dopo il bombardamento

vetri  crollati in una casa nei pressi dell'area colpita

Quella notte Gaza city non ha dormito. Sono rimasta sveglia a casa di una famiglia palestinese nell'area colpita. Siamo rimasti vicini, raccontandoci lo spavento. 
La condivisione di quella paura ci ha uniti in quella notte buia scandita solo dal suono delle sirene ed illuminata solo dal fuoco che rimaneva vivo dopo il bombardamento.

16 palestinesi uccisi e più di 60 feriti dall'inizio dell'offensiva militare israeliana su Gaza, iniziata lunedì   18 giugno 2012.


C'è chi pensa che la situazione andrà a peggiorare nei prossimi giorni. La speranza è che l'orrore di questo massacro si fermi.


Gaza, 23 giugno 2012



giovedì 21 giugno 2012

20 giugno 2012, terzo giorno di attacchi.
Sale a 9 il numero dei morti.

Nella tarda mattinata un ragazzo 14 anni ,Moemen Alatham, è morto e suo padre è rimasto ferito in un raid aereo condotto da un drone israeliano in Zaytoun, quartiere di Gaza city.

Successivamente, nel primo pomeriggio, un ragazzo di 21 anni, Ghaleb Abu Jarab, è morto in un raid israeliano mentre era in motocicletta a nord ovest di Rafah, a sud della Striscia di Gaza.

Sempre nel pomeriggio, l'aviazione militare israeliana ha attaccato un sito di allenamento delle brigate Al-Qassam, braccio armato di Hamas, a nord del campo di Nuseirat, nell'area centrale della Striscia di Gaza.

Nel tardo pomeriggio, un complesso militare e sito della resistenza di Hamas in Jabalia è stato colpito in Jabalia, a nord di Gaza.
L'attacco ha coinvolto anche l'abitazione vicina. Otto persone sono rimaste ferite, fra cui quattro bambini.

In serata due palestinesi sono rimasti feriti in un raid israeliano a nord della città di Beit Hanoun, a nord della Striscia di Gaza. I due sono stati trasportati al Kamal Odwan Hospital.


Oggi sono andata a far visita alla famiglia coinvolta nell'attacco in Jabalia.
La loro abitazione si trova sotto una collina su cui si trova il complesso militare di Hamas. L'attacco da parte di un caccia F-16, avvenuto alle 18.30 circa, ha coinvolto anche la loro abitazione. Alcuni membri della famiglia, fra cui i bambini, erano seduti all'esterno dell'abitazione al momento dell'attacco. I bambini giocavano.
Improvvisamente hanno sentito una enorme esplosione e sono stati avvolti dal fumo. "Siamo caduti tutti per terra - mi racconta uno dei membri della famiglia - abbiamo abbracciato i nostri figli".
Otto persone sono rimaste ferite. Tre sono state ricoverate all'Awda hospital, cinque al Kamal Odwan hospital.
Fawzy Washah, 52 anni, è rimasto ferito ad un braccio ed alla schiena.
Na'ema Washah, 52 anni, è rimasta ferita alla testa ed alla schiena.
Anwar Fawzy Washah, 33 anni, è rimasto ferito alla schiena ed alla gamba sinistra.
Mohammed Emad Washah, 18 anni, è rimasto ferito alla schiena ed alla spalla.
Mohammed Anwar Washah, 10 anni, è rimasto ferito alla testa.
Mojahed Fawzy Washah, 6 anni, è rimasto ferito alla testa.
Ibrahim Anwar Washah, 4 anni, è rimasto ferito alla gamba.
Marah Anwar Washah, 2 anni, è rimasta ferita alla gamba.

I bambini sono spaventati, terrorizzati, rifuggono dal parlare. La piccola Marah inizia a piangere.
Droni e caccia F-16 continuavano a volare a bassa quota sulla zona in cui ci trovavamo.
Nonostante l'annuncio di un possibile cessate il fuoco, la tensione rimane altissima nella Striscia di Gaza.



Ibraheem Anwar Washah, 4 anni

Mohammed Anwar Washah, 10 anni


Anwar Fawzy Washah, 33 anni

Marah Anwar Washah, 2 anni


accanto l'abitazione, la collina sopra di cui è stata lanciata la bomba

macerie all'esterno dell'abitazione










mercoledì 20 giugno 2012

Non si fermano gli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza.
Si contano tra ieri ed oggi sette morti, tra cui una bambina di circa un anno e mezzo, ed una decina di feriti.

Questa sera l'aviazione militare israeliana ha bombardato l'area di Zayotun, quartiere est di Gaza city.
Una bambina di circa un anno e mezzo è morta, il suo nome è Hadeel Ahmed Al-Haddad.
Suo fratello è  stato trasportato allo Shifa Hospital ed altri due membri della famiglia sono rimasti feriti.

Sempre in serata un elicottero apache ha lanciato un missile colpendo un'auto nelle vicinanza del quartiere di Zaytoun in Gaza city. Una persona è rimasta ferita.

Ancora in serata l'aviazione militare israeliana ha bombardato un sito di allenamento delle brigate Al-Qassam vicino la città  di Sheikh Zayed in Beit Lahiya, a nord della Striscia di Gaza. Un uomo è rimasto ferito ed è stato trasportato al Kamal Odwan hospital.

Nel primo pomeriggio un uomo è rimasto ferito in un attacco israeliano in Deir El Balah, area centrale della Striscia di Gaza, mentre era in motocicletta in Salah Ad Din street.

Il mattino di ieri, 18 giugno 2012, Ismail Abu Owda, 20 anni, e Mohammed Shabat, 23 anni, sono stati uccisi in un attacco israeliano a nord di Beit Hanoun. I due erano membri della resistenza palestinese, brigate Al-Quds, braccio armato della Jihad Islamica. Erano in motocicletta al momento dell'attacco.
Mi sono recata all'ospedale di Beit Hanoun subito dopo l'attacco. L'obitorio era colmo di parenti e di fotografi. I due corpi erano coperti dalla bandiera della Jihad Islamica."Hanno riportato ferite molto profonde ed hanno perso gli arti superiori", mi dice uno dei dottori.
Fuori l'ospedale comincia la marcia funerea. Uomini della resistenza col volto coperto iniziano a sparare al cielo con i kalasnhikov per celebrare i due martiri.

i corpi di Ismail Abu Owda, 20 anni, e Mohammed Shabat, 23 anni, nell'obitorio dell'ospedale di Beit Hanoun


Quella mattina c'era inoltre stata un' incursione di carroarmati e bulldozers israeliani ad Erez, in Beit Hanoun. 

Nel pomeriggio di ieri, un altro attacco in Beit Hanoun ha ucciso due ragazzi,
Abdallah Al-Zaneen, 22 anni, e Mohammed Abu Shabab, 24 anni.
Il fratello di Abdallah è stato ricoverato in ospedale in gravi condizioni.
Abdallah non era legato a nessun gruppo della resistenza palestinese. Sono andata a far visita alla sua famiglia oggi pomeriggio. La madre anziana di Abdallah è distesa nel letto ed ammalata. Non riesce a parlare. "E'una madre forte", mi dice Samah, la sorella di Abdallah.
Samah mi racconta di suo fratello in inglese. "Era molto gentile, amichevole, amava i bambini. Si era sposato un anno fa, aveva avuto una bambina di 6 mesi, Lama, e lavorava come poliziotto per la Palestinian Authority". 
La moglie di Abdallah, Rasha, 18 anni, ha lo sguardo perso nel vuoto. Non parla. Inizia a piangere improvvisamente. Giovani donne che crescono in fretta, troppo in fretta.
"Hanno ucciso un padre, hanno ucciso un figlio ed un fratello contemporaneamente", continua Samah.
Una delle donne della famiglia tiene in braccio la piccola figlia di Abdallah, Lama, 6 mesi.
"Come possiamo pararle del padre quando sarà grande?" continua Samah.
"Abdallah non ha fatto nulla di male, era giovane, amava la sua famiglia", continua Samah. Esclama poi guardandomi in lacrime "Perché?!"
Come potevo darle una risposta? Mi venivano alla mente mille parole, ma non una, non una, avrebbe potuto lenire quel dolore.

Lama, 6 mesi, figlia di Abdallah


Abdallah Al-Zaneen, 22 anni, ucciso in attacco israeliano lunedì 18 giugno
(foto che mi ha gentilmente fornito la sua famiglia)



Successivamente, durante la notte di quello stesso lunedì, due ragazzi sono stati uccisi in un attacco israeliano nella zona di Maghazi, al centro della Striscia di Gaza.
C'era stata un' incursione di carroarmati nell'area che hanno aperto il fuoco verso il campo profughi di Maghazi. 
Uno staff medico palestinese ha recuperato i corpi dei due giovani al mattino di oggi.
Mohammed Bassam Abu Meilq e Joseph Tilbani, entrambi avevano 19 anni ed erano legati a gruppi della resistenza palestinese.

La sera del 17 giugno c'era stato anche un attacco da parte di un apache israeliano nella zona di Kherbet Eladas, a nord di Rafah, a sud della Striscia di Gaza, in cui era stata colpita una fabbrica per la lavorazione di metalli. Almeno quattro i feriti.
Un caccia F-16 ha poi bombardato una zona in cui opera la resistenza palestinese nel quartiere di Zaitoun in Gaza city.

La resistenza palestinese ha risposto agli attacchi israeliani lanciando missili da diversi punti della Striscia di Gaza.
In queste ore si sta tentando un accordo per il cessate il fuoco tramite le autorità egiziane.








domenica 10 giugno 2012

La sera del 27 maggio, verso le 22.30, la marina israeliana ha arrestato un pescatore nelle acque di Gaza.
Mohammed Ahmed Amoudi, 60 anni, stava pescando sulla sua piccola imbarcazione

Incontro Mohammed nella sua abitazione in Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza.
Quel pomeriggio, verso le 17.00, si era diretto verso sud per andare a pescare nell'area di Rafah. Mohammed si trovava sulla barca con un amico, Naim Mahmoud Abu Hanoun, 65 anni.
Una volta finito il lavoro stavano per tornare indetro verso Khan Younis quando una nave della marina israeliana si è avvicinata ed ha iniziato a sparare attorno alla sua imbarcazione. I soldati israeliani hanno ordinato a Mohammed di fermarsi.
Alcuni soldati gli hanno chiesto che cosa avesse sulla barca, e gli hanno ordinato di prendere e mostrare ogni pesce che aveva pescato.
Gli hanno poi chiesto di mostrare le reti e di prendere e mostrare ogni cosa che aveva sulla barca.
Successivamente, uno dei soldati ha chiesto loro chi fosse il capitano della barca, "Sono io", ha risposto Mohammmed.
I soldati gli hanno chiesto di togliersi i vestiti e di tuffarsi in acqua  per raggiungere la loro nave. Mohammed ha detto loro "Non posso nuotare molto bene, ho avuto un'operazione e l'acqua del mare è molto fredda". Un soldato gli ha risposto "Vieni o ti sparo".
Mohammed così si è tuffato in acqua ed a nuoto ha raggiunto la nave della marina israeliana. I soldati l'hanno sollevato sulla nave, gli hanno bendato li occhi e legato le sue mani con lacci di plastica.
Questa volta i soldati non hanno confiscato la barca dei pescatori, e si sono limitati ad arrestare solo Mohammed.
Di solito la marina israeliana confisca le barche dei pescatori e arresta tutti coloro che si trovano sulla barca.
I soldati della marina israeliana gli hanno chiesto se voleva bere o mangiare qualcosa. Mohammed ha risposto di no.
Gli hanno poi dato una maglia ed un pantalone e l'hanno portato ad Ashdod, in Israele.
Un dottore ha controllato la sua salute, Mohammed ha chiesto medicine per la pressione alta. Successivamente i soldati l'hanno portato in una stanza dove Mohammed ha trascorso la notte. Il mattino seguente Mohammed è stato trasportato ad Erez, per incontrare un ufficiale dell'Israel Internal Security che ha iniziato l'interrogatorio. L'ufficiale gli ha chiesto informazioni personali sui membri della sua famiglia, informazioni sulle tende dei pescatori poste sulla spiaggia di Khan Younis e sul porto.
Successivamente gli è stato detto "Ora puoi tornare a Gaza". Mohammed ha rifiutato di tornare subito a Gaza. Mohammed ha detto loro "Voglio sapere qual è stato il mio sbaglio. Sono stato qui da ieri sera fino ad ora".
L'ufficiale ha risposto "Questo non è il mio lavoro", asserendo che non poteva rispondere alla sua domanda. Poi l'ufficiale ha chiesto a due soldati di portare Mohammed al confine di Erez per farlo rientrare a Gaza.
Durante il tragitto  gli ahnno legato le mani con manette di metallo.
Quando è stato rilasciato non aveva soldi per tornare a casa. Così ha preso un taxi, ed una volta arrivato in Khan Younis ha dovuto pagare 80 shekels per il trasporto.

"Io non ho fatto neussuno sbaglio, non ho superato le 3 miglia, ero a due miglia dalla costa. Io non ho superato il limite che hanno imposto", afferma Mohammed.
"Mi aspetto questo, mi aspetto che chiudano il mare del tutto, nessuno potrà più pescare", conclude Mohammed.
La sua famiglia dipende dall'attvità della pesca.
Uno dei suoi figli è tornato recentemente dalla Siria dove ha studiato per diventare dottore. Proverà a lavorare qui a Gaza.

Mohammed è uno dei tanti pescatori arrestati dalla marina israeliana nelle acque di Gaza.

I continui attacchi da parte della marina israeliana ed i continui arresti, la scarsità di pesce all'interno delle tre miglia nautiche dalla costa imposte da Israele, stanno uccidendo da anni progressivamente l'attività ittica in Gaza, colpendone a morte l'economia, non permettendo più ai pescatori di autosostenenrsi e facendo scomparire un'attività tradizionale nella Striscia di Gaza.
Spesso i figli dei pescatori si rifiutano di proseguire l'attività dei genitori a causa di tutte queste difficoltà, perché con la pesca a Gaza non si può più sopravvivere.


Mohammed Ahmed Amoudi, 60 anni




La notte del 5 giugno 2012 l'aviazione militare israeliana ha condotto ancora una serie di incursioni aeree sulla Striscia di Gaza.
Verso le 23.30 un caccia F-16 ha bombardato un'allevamento di polli nell'area di Rafah.
Quattro bombe hanno creato 2 enormi crateri sul terreno uccidendo circa 2.500 polli.
Accanto ad uno dei crateri macerie di una piccola abitazione formata da due stanze presso cui abitava un uomo con quattro figli. Quella notte però, per fortuna, non erano in casa, perché erano andati a visitare alcuni familiari.
Il proprietario dell'allevamento si chiama Mohammed Mahmoud El-Qadi.
Sul posto incontro alcuni suoi parenti intenti a sistemare il terreno dell'allevamento ormai distrutto.
I polli sono stati portati via in sacchi a causa del terribile odore che i loro corpi dilaniati emanavano.
Quest'allevamento sfamava 17 famiglie, "non abbiamo altre risorse -  spiega uno dei familiari - avere un allevamento di polli è terrorismo".
Accanto all'allvamento ci sono anche piantagioni di alberi di olivo e di altri vegetali.
Questa fattoria era stata creata tre anni fa.
Due notti prima, ovvero la notte del 3 giugno, surante un'altra offensiva israeliana, un'altro allevamento di polli era stato bombardato in Beit Lahia, a nord della Striscia di Gaza. Anche quella notte migliaia di polli furono uccisi.

uno cratere creato da due bombe lanciate da un caccia F-16

altro cratere creato da due bombe lanciate da un caccia F-16

la fattoria completamente distrutta

contenitori per l'allevamento di polli


Durante l'incursione in Rafah, anche l'area dei tunnel che collegano la Striscia di Gaza con l'Egitto era stata bombardata.
Successivamente, verso le 02:30 del mattino del 6 giugno, un caccia F-16 ha bombardato l'area di Soudania, nord di Gaza city. Una bomba ha colpito un terreno agricolo con alberi di olivo.
Una persona è morta, ed altre due sono rimaste ferite, di una è in condizioni critiche. I tre sono membri della resistenza palestinese e stavano sostando nella zona quando il caccia ha bombardato l'area.
Il proprietario della terra, Mahmoud Mohammed Hamada, 60 anni, spiega che ci sono alberi di olivo di 15 anni nella sua terra.
"Ricostruirò di nuovo quanto è stato ditrutto prima possibile", afferma. Ci sono circa 300 alberi di olivo nella sua terra.
"Il problema non è soltanto la terra distrutta, ma anche la presenza di civili e di bambini in quest'area. I bambini sono molto spaventati dai bombardamenti", continua Mohammed.
Mentre gli parlavo caccia F-16 continuavano a volare a quota bassa sopra la nostra testa.
"Questo è un luogo civile, non è un posto da combattimento", conclude Mohammed.
La bomba ha creato nel terreno un fossato di circa 5 metri di profondità e 12-15 metri di larghezza.

il cratere creato dalla bomba lanciata dal caccia F-16 in Soudania


un pezzo di bomba trovato sul terreno

gli alberi di olivo

alberi di olivo semidistrutti

albero di olivo sotterrato




lunedì 4 giugno 2012

Nella notte del 3 giugno 2012 Israele ha condotto una serie di incursioni aeree colpendo diverse areee nella Striscia di Gaza. Verso le 2.00 del mattino, l'aviazione militare israeliana ha colpito:
una casa abitata nel campo profughi di Nuseirat, zona centrale della Striscia di Gaza. La casa è stata colpita da 4 missili. Sette persone sono rimaste ferite fra cui 4 bambini;
un'area disabitata ad ovest di Nuseirat, in questo caso il missile è rimasto inesploso;
un'area disabitata tra una moschea ed una casa, sempre in Nuseirat;
una fattoria in Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza;
una fattoria in Beit Lahia, a nord della Striscia di Gaza;
un'abitazione disabitata in legno in Deir el Balah, nella zona centrale della Striscia di Gaza;

La notte seguente, il 4 giugno 2012, l'aviazione militare israeliana ha colpito nuovamente diverse aree nella Striscia di Gaza:
una fattoria che produce formaggi nell'area di Zaitoun, zona est di Gaza city;
una zona disabitata in El Kashif mountain, a nord di Gaza city.

Il 4 giugno, al mattino, mi sono recata in Nuseirat per visitare l'abitazione colpita.
L'abitazione è completamente distrutta nel cortile esterno. Due missili hanno lasciato due profondi fori sul terreno. All'interno dell'abitazione, due missili hanno bucato il soffitto della camera da letto, uno dei quali ne ha forato anche una parete. Macerie e vetri sono sparsi ovunque.
Un'altra abitazione vicina è stata fortemente danneggiata. Parte del soffitto è crollato su una culla dove dormiva una bambina di 3 mesi, Deema.
Video che ho girato sul posto:



Ibrahim Khalil Alfiqi, 23 anni, si trovava da solo nell'abitazione colpita dai quattro missili.
La casa distrutta era la casa dove avrebbe dovuto vivere con sua moglie. Tra un mese terranno la festa per il loro matrimonio. Ibrahim aveva preparato ogni cosa. La camera da letto era pronta.
Aveva messo un materasso in una stanza dell'abitazione dove stava dormendo ogni notte, accanto alla camera da letto. Verso le 2.00 del mattino, Ibrahim è stato svegliato da una fortissima esplosione. La porta della camera da letto è caduta sul suo corpo ed è stato colpito da frammenti del soffitto. Quando ha iniziato a muovere la porta per uscire fuori ha sentito un'altra esplosione. Ha cercato di aprire la porta esterna ma non ci è riuscito. Poi ha sentito un'altra esplosione. Ha spinto la porta con forza ed è scappato. E andato verso l'abitazione di suo fratello Mohammed, accanto alla sua, gli ha chiesto come stava. Ha visto il soffito dell'abitazione del fratello semicrollato. Deema, la bambina su cui è crollato parte del soffitto era ferita. Ibrahim aveva visto anche alcuni cugini feriti. Ibrahim aveva un'emorragia alla gamba. E' stato trasportato in ambulanza in ospedale insieme alla piccola Deema. Deema, 3 mesi, è stata sottoposta a radiografia ed ha riportato diverse ferite da taglio a causa del soffitto crollato sul suo corpicino, ed un rigonfimaneto alla piccola testa dovuto all'impatto con le pale del soffitto. E'viva per miracolo.
Ibrahim ha riportato ferite da schegge di missile sulla gamba e contusione dovuta all'impatto della porta che gli è crollata addosso. Ibrahim successivamente ha voluto lasciare subito l'ospedale perché sua madre era molto preoccupata e credeva che la piccola fosse morta. "Sono scappato senza sapere che cosa fosse successo nella mia abitazione - racconta Ibrahim - poi al mio ritorno dall'ospedale ho visto che la stanza da letto era distrutta. Mi sono detto alhamdulilah, essendo sopravvissuto, ma guardando la stanza mi sono domandato come potrò ricostruirla di nuovo". Ibrahim deve comprare di nuovo ogni cosa, deve comprare i vetri delle finestre, deve rimettere a posto il soffitto.  Ibrahim guadagna solo tra i 700 e gli 800 shekels al mese, non gli è possibile ora comprare ciò di cui l'abtazione ha bisogno.
Suo fratello Mohammed Khalil Alfiqi, 26 anni, dormiva nell'abitazione accanto con sua moglie e le due bambine, Deema, 3 mesi, e Leen, 3 anni.
"Erano circa le 2.00 del mattino - racconta Mohammed - stavamo dormendo. Improvvisamente abbiamo sentito un'esplosione vicino l'abitazione di mio fratello Ibrahim. Mio fratello lavora come meccanico, non lavora per nessun partito, è un civile. La festa per il suo matrimonio è fissata per il 6 luglio. Non ha molti soldi, si è indebitato per comprare ogni cosa per il suo appartamento." Le esplosioni hanno danneggiato anche la casa di Mohammed. Sua figlia Deema, di tre mesi, stava dormendo nella culla quando parte del soffitto è crollato sul suo corpo. Sua moglie e la figlia più grande, Leen, hanno ricevuto soccorso medico sul posto. Deema è stata invece trasportata all' Al-Aqsa hospital in Deir El Balah. Deema ha riportato ematoma al cranio, tagli alle braccia, allo stomaco, vicino un occhio ed ad una gamba.
Mohammed guadagna circa 1700 shekels al mese, e paga gli studi universitari per la moglie, sostiene suo padre che non lavora e le sue sorelle che studiano all'università. La loro famiglia è originaria di Swafet.
In totale, le persone ferite durante questo attacco sono sette: Ibrahim Alfiqi, 23 anni; Deema Alfiqi, 3 mesi; Tareq Alfiqui, 23 anni; Mohammed Jebreel, 4 anni; Feras Jebreel, 5 anni; Hussien Jebreel, 16 anni; Wesam Jebreel, 3 anni. Gli utimi quattro elencati hanno riportato ferite da taglio provocate dai vetri e dalle macerie.

La famiglia di Mohammed mi invita ad accomodarmi nel cortile dell'abitazione di Ibrahim, fra le macerie.
Un suo parente chiede alla piccola Leen, 3 anni, "Chi ti ha svegliato questa mattina?", "Una bomba", risponde Leen.
Alcuni familiari mi invitano a rimanere per il pranzo... come se fosse un giorno normale.
Come se dei missili non avessero da poco distrutto una loro casa. Come se non ci trovassimo fra le macerie. Rimango ancora una volta sbalordita davanti alla forza di queste persone, e sono affascinata ed innamorata della loro accoglienza fra le macerie e dei loro occhi, che, nonostante tutto, mi sorridono.


un pezzo di missile

Mohammed con sua figlia Deema, alle spalle suo fratello Ibrahim


Il 4 giugno mi reco alla fattoria distrutta durante la notte da un bombardamento israeliano. La fattoria si trova in un centro abitato in area Zaytoun, zona est di Gaza city.
La fattoria è completamente distrutta. Il tetto, frantumato sul terreno, presenta ancora un enorme foro provocato dalla bomba lanciata da un caccia F-16. C'era un insopportabile odore acre di cloro misto a latte e formaggi. Uno dei proprietari della fattoria ci racconta che il bombardamento è avvenuto all'1.15 di notte. Non vi era nessuno all'interno della fattoria ma un passante è rimasto ferito. La fattoria produce latte e formaggi, ed è la quinta volta che viene bombardata. L'ultimo attacco è avvenuto un anno fa. Sei famiglie dipendono da questa fattoria, ogni famiglia è composta da otto persone. Una famiglia ha venduto la propria casa per poterla ricostruire ed attualmente vive in affitto presso un altra abitazione. "E'un nuovo distastro - racconta uno dei proprietari - non sappiamo come iniziare di nuovo". Alcuni dei proprietari sono contrari al costruire nuovamente la fattoria, temendo venga distrutta ancora.
Alcune foto dopo il bombardamento.


il foro provocato dalla bomba sul tetto della fattoria completamente crollato

scatole per il formaggio sparse fra le macerie


Portavoce israeliani hanno comunicato di aver colpito obiettivi militari. Molti media internazionali hanno riportato le dichiarazioni dei portavoci israeliani. La verità è un'altra.
La verità è fatta di case civili ridotte in macerie, di soffitti crollati di notte, di famiglie ridotte in povertà, di occhi di bimbi spaventati, di feriti.
I Gazawi ricostruiranno la loro vita dalle macerie anche questa volta.