giovedì 30 agosto 2012

Nella mattina di ieri, 29 agosto 2012, una contadina è stata colpita da un proiettile dell'esercito israeliano e ferita da un'esplosione mentre lavorava in una terra in Abu El Ajeen, nell'area chiamata Wady Al Saga, ad est di Deir El Balah, a centro sud della Striscia di Gaza.

Verso le 8.00 del mattino, Safia Awad Abu Mughaseb, 42 anni, stava lavorando in un terreno a 500 metri dal confine con Israeli, a 200 metri dalla buffer zone, raccogliendo okra (gombo).

Siamo andati a visitare la sua famiglia, che però ci ha comunicato che Safia si trovava ancora ricoverata in ospedale. Ci siamo spostati così all' Aqsa Martyrs hospital in Deir El Balah.
Safia era distesa sul letto, accanto a lei i suoi familiari.
La terra in cui lavora non è di sua proprietà, ma i suoi familiari l'hanno presa in affitto e vi lavorano come semplici lavoratori.
Safia stava lavorando con sua sorella di 43 anni, ed altri 7 lavoratori.
Ci ha detto che i soldati avevano iniziato a sparare presto lungo il confine verso le terre dei contadini, dalle 7.30 del mattino, così, lei e gli altri lavoratori avevano deciso di interrompere il lavoro e tornare a casa. 
Al confine erano schierate 4 jeep e 3 carro armati.
Poco prima che i contadini lasciassero la terra, però, i soldati hanno nuovamente sparato ed un proiettile ha colpito Safia, ferendola al braccio sinistro. "Prima di andare via, ho sentito qualcosa entrare nel mio corpo - ci ha detto Safia - temevo che anche i miei parenti fossero rimasti feriti". 
Il proiettile è entrato ed uscito, fortunatamente senza provocare lesioni gravi. Safia però, è rimasta ferita anche in altre parti del corpo da pezzi di esplosivo. Safia ha detto infatti di aver sentito una forte esplosione, provocata probabilmente da un colpo di carro armato. Quattro frammenti di esplosivo l'hanno ferita alla schiena , 3 frammenti alle gambe. E'stata sottoposta ad un'operazione per poter estrarre i pezzi di esplosivo dalla sua schiena e dalla gamba sinistra. Tuttavia un pezzo di esplosivo è ancora all'interno della sua gamba destra.
Ho chiesto a Safia ed ai suoi familiari se i soldati usano sempre sparare in quell'area. Ci hanno riferito che sparano spesso, ma non sempre. Credono però che ciò che accaduto ieri sia dovuto alla situazione di tensione degli ultimi giorni iniziata con l'attacco militare israeliano su Gaza nella notte tra il 27 e il 28 agosto. 

La sorella di Safia ci ha detto che l' International Committee of the Red Cross ha contattato le autorità israeliane chiedendo loro il motivo di sparare sui civili. Le autorità israeliane hanno risposto che Safia, così come sua sorella, avevano il volto totalmente coperto, e che quindi "poteva trattarsi di terroristi". Le autorità israeliane usano utlizzare queste assurde e ridicole risposte per giustificare gli attacchi contro i civili, giustificazione utilizzata anche a volte per giustificare gli attacchi contro i pescatori.
Safia fa parte di una comunità beduina. Le donne usano utilizzare un hijab bianco, e , durante il lavoro nei campi, usano coprire completamente il volto.

Accompagneremo questi contadini nei prossimi giorni durante il loro lavoro, sperando, con la nostra presenza internazionale, di evitare ulteriori attacchi e per riportare le continue violazioni dei diritti umani sulla popolazione civile di Gaza da parte dell'esercito di occupazione israeliano.


Safia Awad Abu Mughaseb, 42 anni



martedì 28 agosto 2012

Dopo una notte segnata dagli attacchi israeliani sulla Striscia di Gaza, il cui bollettino è stato di 7 feriti, questa mattina le navi della Marina militare israeliana hanno arrestato 2 pescatori palestinesi e, successivamente, hanno attaccato altre imbarcazioni di pescatori entrando nelle acque territoriali di Gaza ad una distanza di circa 400 mt dalla costa.


Verso le 6.45 di questa mattina, la marina israeliana ha attaccato ed arrestato 2 pescatori, a largo delle coste di Beit Lahia, a nord della Striscia di Gaza.
I due pescatori sono Kamel Deep Alonqah, 60 anni, ed il figlio Mahmoud Kamel Alonqah, 16 anni.
I soldati li hanno costretti, sotto il fuoco dei proiettili, a fermarsi, a tuffarsi in acqua e a salire sulla nave israeliana. I due pescatori sono stati ammanettati e bendati e portati al porto di Ashdod e la loro barca è stata confiscata.

Verso le 10.30 del mattino , ci trovavamo in un locale sulla spiaggia di Soudania, a nord di Gaza city, dove si stava svolgendo un evento per i bambini orfani. Abbiamo sentito una forte esplosione, causata da una sonic bomb. Tuttavia la festa è continuata tra musica e sorrisi dei bambini. Quanta forza hanno queste persone - pensavo dentro di me - dopo una notte segnata dagli attacchi israeliani.
Ma la gioia che provavo durante la festa è stata interrotta, verso le 10.50 am, alla vista della marina israeliana che, a 400 metri dalla spiaggia, stava attaccando pescatori palestinesi.
Le navi della marina israliana hanno circondato 6 imbarcazioni di pescatori. L'attacco è durato quasi 15 minuti.
La marina israeliana ha aperto il fuoco su una delle imbarcazioni.
A bordo di questa imbarcazione erano presenti: Malek Al Shobaky, Salam Kamel Baker (20 anni), Mohammed El Louh (21 anni), Ahmed El Louh (17 anni).
Dopo l'attacco, tutte le imbarcazioni sono scappate tornando al porto di Gaza city.
Ci siamo così diretti al porto dove ho fotografato l'imbarcazione colpita dai proiettili.
I segni dei cinque proiettili sono visibili sulla parte frontale del corpo della barca.
Questi attacchi sono estremamente pericolosi, i pescatori possono essere colpiti dai proiettili o da pezzi di proiettili.

Israele ha imposto un limite di 3 miglia entro cui i pescatori di Gaza possono pescare, nonostante gli accordi israelo-palestinesi di Jericho del 1994 (sotto gli accordi di Oslo) concedano loro 20 miglia nautiche dalla costa.
Ciò che è assurdo è che la stessa Marina israeliana non rispetta questo limite che Israele stesso ha imposto, entrando all'interno delle 3 miglia ed arrivando, come questa mattina, a poche centinaia di metri dalla costa, impedendo del tutto ai pescatori di pescare.

I pescatori sono sottoposti a continue violazioni dei diritti umani da parte della Marina militare israeliana.


le due navi della Marina militare israeliana (foto che ho scattato dalla spiaggia)

una nave della Marina militare israeliana attacca una delle imbarcazioni (foto che ho scattato dalla spiaggia)

l'attacco visto dalla spiaggia

i fori provocati dai proiettili sul corpo dell'imbarcazione

i fori provocati dai proiettili sul corpo dell'imbarcazione

i fori provocati dai proiettili sul corpo dell'imbarcazione

uno dei fori provocati dai proiettili sul corpo dell'imbarcazione

ancora un segno lasciato dai proiettili sul corpo dell'imbarcazione


segni lasciati dai proiettili sul corpo dell'imbarcazione

uno dei fori provocati dai proiettili sul corpo dell'imbarcazione

il corpo frontale dell'imbarcazione segnato dai fori provocati dai proiettili

Non ci si abitua mai alle esplosioni provocate dai missili o dalle bombe israeliane su Gaza.
E così, nella notte tra il 27 ed il 28 agosto 2012, verso mezzanotte, il mio corpo ha tremato ininterrottamente per diversi minuti quando missili sono caduti a poca distanza dalla mia abitazione in Gaza city.
Diventa difficile anche scrivere un messaggio perché le dita non riescono più a premere con esattezza i pulsanti della tastiera del cellulare o del computer.
I vetri sembravano dover venir giù. Una fortissima esplosione, dopo pochi minuti una seconda.
Durante quei momenti si pensa che uno dei missili potrebbe da un momento all'altro far venire giù tutto.

Dopo pochi minuti ambulanze hanno iniziato a sfrecciare per le strade di Gaza city.
I locali aperti hanno chiuso velocemente le serrande. Anche le automobili correvano a gran velocità nel panico generale.

L'aviazione militare israeliana ha bombardato diversi siti del governo di Hamas e della resistenza palestinese.
- in Gaza city, un sito di Hamas chiamato "Al Safeena", con 7 missili
- in Gaza city, "Badr" un sito della resistenza delle brigate "Qassam", con un missile
- in Deir el Balah, area centrale della Striscia di Gaza,  un sito della resistenza delle brigate "Qassam", con un missile
- in Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza, un sito della sicurezza di Hamas

Inoltre carro armati israeliani hanno fatto irruzione nel campo profughi di al Burej, al centro della Striscia di Gaza.

Questi attacchi avvengono quasi tutti in centri abitati.
Israele ha dichiarato di aver colpito siti di Hamas in risposta ad alcuni missili lanciati qualche giorno prima da Gaza verso il sud di Israele. Questi missili lanciati da Gaza non provocano danni, e, in quest'ultimo caso, sono stati lanciati da gruppi salafiti. Gruppi salafiti. Eppure, Israele accusa Hamas del lancio dei missili. In tutto mondo Israele comunica che la responsabilità del lancio di questi missili è di Hamas, non parla di gruppi salafiti, e quindi, dietro questa scusa, bombarda siti di Hamas in centri abitati.

Il bollettino degli attacchi di questa notte è di 7 feriti.

Verso le 2.00 di notte ho deciso di scendere e di spostarmi allo Shifa hospital, accompagnata da un attivista spagnolo e da un amico palestinese.


Il nostro taxi correva veloce tra le strade deserte di Gaza city terrorizzata dalle esplosioni.
Correva veloce perché in quei momenti si teme che un missile possa cadere da un momento all'altro proprio nel punto in cui ti trovi. Come se la velocità potesse farci scampare al missile, e per arrivare quanto prima al posto da raggiungere.

Allo Shifa hospital un dottore ci ha comunicato che sono arrivati 6 feriti.
Cinque donne, tra i 12 ed i 45 anni, di cui una è incinta.
Le cinque donne hanno subito ferite lievi e sono state rilasciate tranne una ragazza di 12 anni. Il sesto ferito è un uomo di circa 18 anni.
Abbiamo notizia di un altro ferito a sud in Khan Younis.

Usciti dall'ospedale, ci siamo chiesti se questo sia stato l'inizio di un'altra serie di attacchi.
Speriamo di no. Abbiamo preso un altro taxi per tornare a casa, il cielo non mi sembrava ancora sicuro.



sabato 11 agosto 2012

Un contadino di 17 anni, Mohammed Al Qarra, è stato ferito questa mattina dai proiettili dell'esercito israeliano mentre si trovava nella propria terra nell'area di Bawabat Suraij, ad est di Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza.

Il ragazzo è stato dapprima trasportato al Nasser hospital e successivamente all'European hospital, dove è stato operato.

Mohammed è sdraiato sul letto dell'ospedale, con gli occhi chiusi.
Due  proiettili l'hanno ridotto in questa condizione. Un proiettile l'ha colpito al braccio sinistro. Un secondo proiettile l'ha colpito alla gamba destra.
I proiettili utilizzati sono chiamati "dum-dum", si disintegrano all'interno del corpo provocando enormi lesioni interne.
Questi proiettili sono stati vietati dalle convenzioni internazionali.

Sudqui, il padre di Mohammed muove le dita del braccio ferito di suo figlio, poi si avvicina a lui e gli accarezza la testa.
Sudqui ha iniziato a raccontare quello che è successo questa mattina.
Verso le 5.45-6.00 del mattino, suo figlio Mohammed, un altro fratello ed altri due lavoratori, cugini di Mohammed, stavano raccogliendo frutta e verdura nella propria terra.
La terra dista circa 700 mt dal confine con Israele.
" C'era una jeep posizionata al confine - racconta Sudqui - ma non ci sono stati spari di avvertimento".
Cinque colpi, improvvisi, due dei quali diretti a Mohammed.

L'ambulanza non ha potuto raggiungere il corpo di Mohammed, perché gli spari da parte dei soldati israeliani erano incessanti, e l'ambulanza necessitava di un permesso per proseguire. L'ambulanza così si è fermata a circa un chilometro e mezzo dal corpo di Mohammed.
Alcune persone hanno raggiunto il corpo di Mohammed con una macchina, sotto gli spari israeliani, e l'hanno trasportato verso l'ambulanza.

"Gli israeliani sparano sempre contro di noi. Mohammed stava lavorando, improvvisamente è rimasto ferito. Da 13 anni affrontiamo quotidianamente questa situazione", continua Sudqui.
Poi aggiunge: "Una settimana fa, ero con i miei nipoti , raccoglievamo cipolle. Sono arrivati 30 soldati, io ho portato del tè per i lavoratori. Improvvisamente i soldati hanno iniziato a sparare e tutti si sono distesi sul terreno".
La loro famiglia è composta da 10 persone, la vita di tutti dipende dalla terra.

Ho chiesto a Sudqui quali sono state le prime parole di suo figlio.
"Alhamdulilah" ("Dio sia lodato"), mi ha detto il padre. Mohammed ha ringraziato Dio di essere ancora vivo, perché il proiettile avrebbe potuto colpirlo in altre parti del corpo.
Ieri Mohammed era andato all'università per scegliere il suo percorso di studi.
Ma la sua guarigione richiederà molto tempo.



Mohammed Al Qarra, 17 anni, con suo padre Sudqui Al Qarra

Mohammed Al Qarra, 17 anni


il braccio sinistro di Mohammed ancora sanguinante


Radiografie:







Quello di Mohammed è l'ennesimo caso in cui un contadino viene ferito al confine con Israele.
Spari, incursioni israeliane con bulldozers e carroarmati, sono episodi all'ordine del giorno.
Questi episodi aumentano vertiginosamente nei periodi della semina e della raccolta.

L'esercito israeliano, posizionato in jeep o nascosto dietro piccole colline, o all'interno di torri, usa sparare contro civili, contadini e residenti, nelle aree lungo il confine con Israele.

I soldati israeliani sanno bene che le persone a cui stanno sparando sono contadini.
E' ciò che ha espresso anche Sudqui, dicendo "Sono convinto che loro sanno chi è mio figlio, sono convinto che ci conoscono, perché sono dotati di potenti fotocamere."

Ma i soldati israeliani devono far "sentire" la propria presenza, il proprio incontrastato "dominio".
Umiliare i contadini, spaventarli, per evitare che tornino a coltivare le proprie terre, è il loro obiettivo.
Il popolo palestinese è dotato però di una straordinaria capacità di resistenza, e continua, sotto gli spari, ad allungare le braccia per raccogliere i frutti della propria terra.

Israele non si accontenta di aver imposto illegalmente una "no go zone" di 300 mt lungo tutto il confine di Gaza.
Vuole negare il diritto ai palestinesi a coltivare la terra anche a 500 mt o 700 mt di distanza dal confine.

Sono personalmente vittima e testimone diretta di questi attacchi. Riporto a questo proposito due video che ho girato nel mese di aprile mentre accompagnavo i contadini palestinesi a raccogliere il grano in Khuza'a, vicino Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza.
Soldati israeliani sparano sui contadini intenti a raccogliere il grano:





Il silenzio internazionale si fa complice di queste continue violazioni dei diritti umani  da parte dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza, ed è responsabile quanto Israele delle ferite inferte a Mohammed e di tutti i civili feriti od uccisi dall'esercito israeliano.

Il padre di Mohammed accarezza la testa di suo figlio, muove le dita della sua mano, con amore, e con la dignità e la forza di andare avanti, nonostante tutto.