mercoledì 4 gennaio 2012

Dalla barca Oliva, 4 gennaio 2012

Questa mattina siamo usciti con la barca Oliva per monitorare i diritti umani ed osservarne le violazioni da parte della marina israeliana nelle acque di Gaza.

Siamo partiti alle 8.20 dal porto di Gaza city.
A bordo della Oliva ero con un altro osservatore internazionale, il capitano palestinese ed
un fotoografo internazionale.
Alle ore 8.33 abbiamo raggiunto due hasakas, le piccole imbarcazioni dei pescatori palestinesi, che si trovavano a 1.85 miglia nautiche dalla costa (31° 34.31N / 034° 25.59E).
Alle 8.50 abbiamo raggiunto un'altra imbarcazione a 3.2 miglia nautiche dalla costa (31° 34.55N / 034° 24.18E).

Mentre eravamo a 2.38 miglia (31° 34.05N / 034° 24.47E), una nave della marina israeliana ha sparato in direzione della nostra barca da una distanza di circa 300 mt.
Ci siamo allora allontanati dalla nostra posizione.

Alle 9.20 ci siamo spostati verso il limite nord.
Alle 9.30 la nave della marina israeliana ha iniziato ad inseguirci.
A fine inseguimento ci siamo ritrovati in questa posizione 31° 34.46N / 034° 25.40E dove erano presenti due imbarcazioni di pescatori.

Alle 9.38 abbiamo raggiunto un'imbarcazione a 2.18 migia dalla costa (31° 34.46N / 034° 25.40E).
Alle 10.15, abbiamo raggiunto 2 imbarcazioni a 2,7 miglia dalla costa (31° 33.38N / 034° 23.90E)
ed alle 10.30 circa abbiamo raggiunto un'imbarcazione a 2.9 miglia nautiche dalla costa (31° 33.37N / 034° 23.42E)
Alle 11.04, siamo tornati verso il porto di Gaza.

Durante la missione di oggi, abbiamo osservato che la marina israeliana non ha attaccato i pescatori, ma ha soltanto seguito i nostri movimenti, ha sparato nella nostra direzione per spaventarci e ci ha inseguiti.



Le restrizioni sull'area pescabile incidono notevolmente sulle capacità di sostentamento dei pescatori palestinesi. Questa area doveva estendersi per 20 miglia secondo gli accordi di Jericho del 1994 (sotto gli accordi di Oslo), poi fu ridotta alle 12 miglia, alle 6 miglia ed ora alle 3 miglia dal gennaio 2009. La 'buffer zone' marina limita l'accesso dei pescatori di Gaza all'85% delle acque pescabili di Gaza stabilite dagli accordi di Oslo.
Israele attacca regolarmente i pescatori palestinesi entro il limite delle 3 miglia nautiche. Il sostentamento di molti Gazani dipende dalla pesca ed Israele continua a sparare con armi da fuoco ed utilizzare cannoni di aqua per impedire ai pescatori di fare il proprio lavoro.
L'assedio di Gaza continua da più di quattro anni, limitando l'area marina consentita per la popolazione di Gaza.
Il Civil Peace Services con la sua barca Oliva continua a monitorare potenziali violazioni dei diritti umani nel mare di fronte alla Striscia di Gaza.


                             in questa foto si può notare come la marina israeliana passi all'interno
                             delle tre miglia concesse ai pescatori palestinesi (segnalate dall'indicatore giallo)


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