Questa mattina siamo usciti con la barca Oliva CPS Gaza per monitorare i diritti umani ed osservarne le violazioni da parte della marina israeliana nelle acque di Gaza.
Report
Siamo partiti dal porto di Gaza city alle ore 8:15, a bordo ero con un altro osservatore internazionale ed il capitano palestinese.
Ci siamo diretti verso nord, dove erano posizionate 3 hasakas, le piccole imbarcazioni dei pescatori palestinesi.
Alle 8:45 circa, eravamo a circa 2,35 miglia nautiche dalla costa (31°35.30 N / 034° 25.91 E) ed abbiamo osservato una nave della marina israeliana avvicinarsi alle imbarcazioni dei pescatori sparando colpi per circa 20 minuti. I pescatori si sono allontanati dalla nave della marina israeliana.
Alle 9:35, quando ci trovavamo con alcuni pescatori a circa 2.82 miglia nautiche dalla costa (31° 35.48N / 034° 25.37E), una nave della marina israeliana si è avvicinata ma poi ha indietreggiato.
Alle 9:50, abbiamo raggiunto 4 imbarcazioni che si trovavano vicino il limite nord. Una nave della marina israeliana ha raggiunto le imbarcazioni ed ha intimato loro di andar via. Ci siamo poi spostati a 2.25 miglia dalla costa (31° 35.33N / 034° 26.07E). I pescatori ci hanno seguito.
U'altra nave della marina israeliana ha raggiunto i pescatori, si è mossa a gran velocità tra le loro barche, gridando loro ‘go home, go to the south’.
Alle 10:55, abbiamo raggiunto 3 imbarcazioni che stavano pescando a circa 2.95 miglia dalla costa (31° 35.50N / 034° 25.19E). La boa che segnala le tre miglia era a circa 300 metri di distanza da noi.
La nave della marina israeliana si è mossa a grande velocità verso Oliva e le 4
imbarcazioni, poi ha iniziato a girare intorno a noi ed ai pescatori provocano forti onde. Sfortunatamente, il motore della Oliva si è fermato in quel momento.
I soldati israeliani hanno visto chiaramente che non eravamo in grado di muoverci,
ma hanno continuato a girare velocemente attorno a noi a grande velocità.
Le onde che provocavano diventavano sempre più alte. La nave della marina israeliana si è avvicinata
sempre di più alla nostra imbarcazione, a circa due metri dalla Oliva. Un'onda ci ha travolti ed ha quasi ribaltato la Oliva. Il capitano è caduto in mare e si ferito al ginocchio ed alla coscia sinistra mentre cadeva dalla barca. Noi osservatori siamo caduti sul pavimento della barca e siamo stati
completamente travolti dall'acqua.
Abbiamo invano gridato ai soldati della marina israeliana di fermarsi ed abbiamo chiesto perchè ci stavano attaccando così aggressivamente per ribaltarci.
Alle 11.30 circa, una imbarcazione di pescatori è venuta in nostro soccorso
ed hanno trainato con una corda la Oliva verso la costa.
La marina israeliana ha continuato a seguirci per poi ritirarsi.
Alle 12.15 circa abbiamo raggiunto il porto di Gaza.
Note: I soldati israeliani, mentre eravamo posizionati vicino il limite nord, hanno gridato ai pescatori sbeffeggiandoli, intonando con il megafono anche il canto del muezzin, inoltre gridando: "No fish for Gaza" .
Pubblico sotto alcune foto ed un video che abbiamo girato dalla barca Oliva.
Le restrizioni sull'area pescabile incidono notevolmente sulle capacità di sostentamento dei pescatori palestinesi. Questa area doveva estendersi per 20 miglia secondo gli accordi di Jericho del 1994 (sotto gli accordi di Oslo), poi fu ridotta alle 12 miglia, alle 6 miglia ed ora alle 3 miglia dal gennaio 2009. La 'buffer zone' marina limita l'accesso dei pescatori di Gaza all'85% delle acque pescabili di Gaza stabilite dagli accordi di Oslo.
Israele attacca regolarmente i pescatori palestinesi entro il limite delle 3 miglia nautiche. Il sostentamento di molti Gazani dipende dalla pesca ed Israele continua a sparare con armi da fuoco ed utilizzare cannoni di aqua per impedire ai pescatori di fare il proprio lavoro.
L'assedio di Gaza continua da più di quattro anni, limitando l'area marina consentita per la popolazione di Gaza.
Il Civil Peace Services con la sua barca Oliva continua a monitorare potenziali violazioni dei diritti umani nel mare di fronte alla Striscia di Gaza
Report
Siamo partiti dal porto di Gaza city alle ore 8:15, a bordo ero con un altro osservatore internazionale ed il capitano palestinese.
Ci siamo diretti verso nord, dove erano posizionate 3 hasakas, le piccole imbarcazioni dei pescatori palestinesi.
Alle 8:45 circa, eravamo a circa 2,35 miglia nautiche dalla costa (31°35.30 N / 034° 25.91 E) ed abbiamo osservato una nave della marina israeliana avvicinarsi alle imbarcazioni dei pescatori sparando colpi per circa 20 minuti. I pescatori si sono allontanati dalla nave della marina israeliana.
Alle 9:35, quando ci trovavamo con alcuni pescatori a circa 2.82 miglia nautiche dalla costa (31° 35.48N / 034° 25.37E), una nave della marina israeliana si è avvicinata ma poi ha indietreggiato.
Alle 9:50, abbiamo raggiunto 4 imbarcazioni che si trovavano vicino il limite nord. Una nave della marina israeliana ha raggiunto le imbarcazioni ed ha intimato loro di andar via. Ci siamo poi spostati a 2.25 miglia dalla costa (31° 35.33N / 034° 26.07E). I pescatori ci hanno seguito.
U'altra nave della marina israeliana ha raggiunto i pescatori, si è mossa a gran velocità tra le loro barche, gridando loro ‘go home, go to the south’.
Alle 10:55, abbiamo raggiunto 3 imbarcazioni che stavano pescando a circa 2.95 miglia dalla costa (31° 35.50N / 034° 25.19E). La boa che segnala le tre miglia era a circa 300 metri di distanza da noi.
La nave della marina israeliana si è mossa a grande velocità verso Oliva e le 4
imbarcazioni, poi ha iniziato a girare intorno a noi ed ai pescatori provocano forti onde. Sfortunatamente, il motore della Oliva si è fermato in quel momento.
I soldati israeliani hanno visto chiaramente che non eravamo in grado di muoverci,
ma hanno continuato a girare velocemente attorno a noi a grande velocità.
Le onde che provocavano diventavano sempre più alte. La nave della marina israeliana si è avvicinata
sempre di più alla nostra imbarcazione, a circa due metri dalla Oliva. Un'onda ci ha travolti ed ha quasi ribaltato la Oliva. Il capitano è caduto in mare e si ferito al ginocchio ed alla coscia sinistra mentre cadeva dalla barca. Noi osservatori siamo caduti sul pavimento della barca e siamo stati
completamente travolti dall'acqua.
Abbiamo invano gridato ai soldati della marina israeliana di fermarsi ed abbiamo chiesto perchè ci stavano attaccando così aggressivamente per ribaltarci.
Alle 11.30 circa, una imbarcazione di pescatori è venuta in nostro soccorso
ed hanno trainato con una corda la Oliva verso la costa.
La marina israeliana ha continuato a seguirci per poi ritirarsi.
Alle 12.15 circa abbiamo raggiunto il porto di Gaza.
Note: I soldati israeliani, mentre eravamo posizionati vicino il limite nord, hanno gridato ai pescatori sbeffeggiandoli, intonando con il megafono anche il canto del muezzin, inoltre gridando: "No fish for Gaza" .
Pubblico sotto alcune foto ed un video che abbiamo girato dalla barca Oliva.
Le restrizioni sull'area pescabile incidono notevolmente sulle capacità di sostentamento dei pescatori palestinesi. Questa area doveva estendersi per 20 miglia secondo gli accordi di Jericho del 1994 (sotto gli accordi di Oslo), poi fu ridotta alle 12 miglia, alle 6 miglia ed ora alle 3 miglia dal gennaio 2009. La 'buffer zone' marina limita l'accesso dei pescatori di Gaza all'85% delle acque pescabili di Gaza stabilite dagli accordi di Oslo.
Israele attacca regolarmente i pescatori palestinesi entro il limite delle 3 miglia nautiche. Il sostentamento di molti Gazani dipende dalla pesca ed Israele continua a sparare con armi da fuoco ed utilizzare cannoni di aqua per impedire ai pescatori di fare il proprio lavoro.
L'assedio di Gaza continua da più di quattro anni, limitando l'area marina consentita per la popolazione di Gaza.
Il Civil Peace Services con la sua barca Oliva continua a monitorare potenziali violazioni dei diritti umani nel mare di fronte alla Striscia di Gaza