Nella mattina di ieri, 29 agosto 2012, una contadina è stata colpita da un proiettile dell'esercito israeliano e ferita da un'esplosione mentre lavorava in una terra in Abu El Ajeen, nell'area chiamata Wady Al Saga, ad est di Deir El Balah, a centro sud della Striscia di Gaza.
Verso le 8.00 del mattino, Safia Awad Abu Mughaseb, 42 anni, stava lavorando in un terreno a 500 metri dal confine con Israeli, a 200 metri dalla buffer zone, raccogliendo okra (gombo).
Siamo andati a visitare la sua famiglia, che però ci ha comunicato che Safia si trovava ancora ricoverata in ospedale. Ci siamo spostati così all' Aqsa Martyrs hospital in Deir El Balah.
Safia era distesa sul letto, accanto a lei i suoi familiari.
La terra in cui lavora non è di sua proprietà, ma i suoi familiari l'hanno presa in affitto e vi lavorano come semplici lavoratori.
Safia stava lavorando con sua sorella di 43 anni, ed altri 7 lavoratori.
Ci ha detto che i soldati avevano iniziato a sparare presto lungo il confine verso le terre dei contadini, dalle 7.30 del mattino, così, lei e gli altri lavoratori avevano deciso di interrompere il lavoro e tornare a casa.
Al confine erano schierate 4 jeep e 3 carro armati.
Poco prima che i contadini lasciassero la terra, però, i soldati hanno nuovamente sparato ed un proiettile ha colpito Safia, ferendola al braccio sinistro. "Prima di andare via, ho sentito qualcosa entrare nel mio corpo - ci ha detto Safia - temevo che anche i miei parenti fossero rimasti feriti".
Il proiettile è entrato ed uscito, fortunatamente senza provocare lesioni gravi. Safia però, è rimasta ferita anche in altre parti del corpo da pezzi di esplosivo. Safia ha detto infatti di aver sentito una forte esplosione, provocata probabilmente da un colpo di carro armato. Quattro frammenti di esplosivo l'hanno ferita alla schiena , 3 frammenti alle gambe. E'stata sottoposta ad un'operazione per poter estrarre i pezzi di esplosivo dalla sua schiena e dalla gamba sinistra. Tuttavia un pezzo di esplosivo è ancora all'interno della sua gamba destra.
Ho chiesto a Safia ed ai suoi familiari se i soldati usano sempre sparare in quell'area. Ci hanno riferito che sparano spesso, ma non sempre. Credono però che ciò che accaduto ieri sia dovuto alla situazione di tensione degli ultimi giorni iniziata con l'attacco militare israeliano su Gaza nella notte tra il 27 e il 28 agosto.
La sorella di Safia ci ha detto che l' International Committee of the Red Cross ha contattato le autorità israeliane chiedendo loro il motivo di sparare sui civili. Le autorità israeliane hanno risposto che Safia, così come sua sorella, avevano il volto totalmente coperto, e che quindi "poteva trattarsi di terroristi". Le autorità israeliane usano utlizzare queste assurde e ridicole risposte per giustificare gli attacchi contro i civili, giustificazione utilizzata anche a volte per giustificare gli attacchi contro i pescatori.
Safia fa parte di una comunità beduina. Le donne usano utilizzare un hijab bianco, e , durante il lavoro nei campi, usano coprire completamente il volto.
Accompagneremo questi contadini nei prossimi giorni durante il loro lavoro, sperando, con la nostra presenza internazionale, di evitare ulteriori attacchi e per riportare le continue violazioni dei diritti umani sulla popolazione civile di Gaza da parte dell'esercito di occupazione israeliano.
Safia Awad Abu Mughaseb, 42 anni