Un contadino di 17 anni, Mohammed Al Qarra, è stato ferito questa mattina dai proiettili dell'esercito israeliano mentre si trovava nella propria terra nell'area di Bawabat Suraij, ad est di Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza.
Il ragazzo è stato dapprima trasportato al Nasser hospital e successivamente all'European hospital, dove è stato operato.
Mohammed è sdraiato sul letto dell'ospedale, con gli occhi chiusi.
Due proiettili l'hanno ridotto in questa condizione. Un proiettile l'ha colpito al braccio sinistro. Un secondo proiettile l'ha colpito alla gamba destra.
I proiettili utilizzati sono chiamati "dum-dum", si disintegrano all'interno del corpo provocando enormi lesioni interne.
Questi proiettili sono stati vietati dalle convenzioni internazionali.
Sudqui, il padre di Mohammed muove le dita del braccio ferito di suo figlio, poi si avvicina a lui e gli accarezza la testa.
Sudqui ha iniziato a raccontare quello che è successo questa mattina.
Verso le 5.45-6.00 del mattino, suo figlio Mohammed, un altro fratello ed altri due lavoratori, cugini di Mohammed, stavano raccogliendo frutta e verdura nella propria terra.
La terra dista circa 700 mt dal confine con Israele.
" C'era una jeep posizionata al confine - racconta Sudqui - ma non ci sono stati spari di avvertimento".
Cinque colpi, improvvisi, due dei quali diretti a Mohammed.
L'ambulanza non ha potuto raggiungere il corpo di Mohammed, perché gli spari da parte dei soldati israeliani erano incessanti, e l'ambulanza necessitava di un permesso per proseguire. L'ambulanza così si è fermata a circa un chilometro e mezzo dal corpo di Mohammed.
Alcune persone hanno raggiunto il corpo di Mohammed con una macchina, sotto gli spari israeliani, e l'hanno trasportato verso l'ambulanza.
"Gli israeliani sparano sempre contro di noi. Mohammed stava lavorando, improvvisamente è rimasto ferito. Da 13 anni affrontiamo quotidianamente questa situazione", continua Sudqui.
Poi aggiunge: "Una settimana fa, ero con i miei nipoti , raccoglievamo cipolle. Sono arrivati 30 soldati, io ho portato del tè per i lavoratori. Improvvisamente i soldati hanno iniziato a sparare e tutti si sono distesi sul terreno".
La loro famiglia è composta da 10 persone, la vita di tutti dipende dalla terra.
Ho chiesto a Sudqui quali sono state le prime parole di suo figlio.
"Alhamdulilah" ("Dio sia lodato"), mi ha detto il padre. Mohammed ha ringraziato Dio di essere ancora vivo, perché il proiettile avrebbe potuto colpirlo in altre parti del corpo.
Ieri Mohammed era andato all'università per scegliere il suo percorso di studi.
Ma la sua guarigione richiederà molto tempo.
Quello di Mohammed è l'ennesimo caso in cui un contadino viene ferito al confine con Israele.
Spari, incursioni israeliane con bulldozers e carroarmati, sono episodi all'ordine del giorno.
Questi episodi aumentano vertiginosamente nei periodi della semina e della raccolta.
L'esercito israeliano, posizionato in jeep o nascosto dietro piccole colline, o all'interno di torri, usa sparare contro civili, contadini e residenti, nelle aree lungo il confine con Israele.
I soldati israeliani sanno bene che le persone a cui stanno sparando sono contadini.
E' ciò che ha espresso anche Sudqui, dicendo "Sono convinto che loro sanno chi è mio figlio, sono convinto che ci conoscono, perché sono dotati di potenti fotocamere."
Ma i soldati israeliani devono far "sentire" la propria presenza, il proprio incontrastato "dominio".
Umiliare i contadini, spaventarli, per evitare che tornino a coltivare le proprie terre, è il loro obiettivo.
Il popolo palestinese è dotato però di una straordinaria capacità di resistenza, e continua, sotto gli spari, ad allungare le braccia per raccogliere i frutti della propria terra.
Israele non si accontenta di aver imposto illegalmente una "no go zone" di 300 mt lungo tutto il confine di Gaza.
Vuole negare il diritto ai palestinesi a coltivare la terra anche a 500 mt o 700 mt di distanza dal confine.
Sono personalmente vittima e testimone diretta di questi attacchi. Riporto a questo proposito due video che ho girato nel mese di aprile mentre accompagnavo i contadini palestinesi a raccogliere il grano in Khuza'a, vicino Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza.
Soldati israeliani sparano sui contadini intenti a raccogliere il grano:
Il silenzio internazionale si fa complice di queste continue violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza, ed è responsabile quanto Israele delle ferite inferte a Mohammed e di tutti i civili feriti od uccisi dall'esercito israeliano.
Il padre di Mohammed accarezza la testa di suo figlio, muove le dita della sua mano, con amore, e con la dignità e la forza di andare avanti, nonostante tutto.
Il ragazzo è stato dapprima trasportato al Nasser hospital e successivamente all'European hospital, dove è stato operato.
Mohammed è sdraiato sul letto dell'ospedale, con gli occhi chiusi.
Due proiettili l'hanno ridotto in questa condizione. Un proiettile l'ha colpito al braccio sinistro. Un secondo proiettile l'ha colpito alla gamba destra.
I proiettili utilizzati sono chiamati "dum-dum", si disintegrano all'interno del corpo provocando enormi lesioni interne.
Questi proiettili sono stati vietati dalle convenzioni internazionali.
Sudqui, il padre di Mohammed muove le dita del braccio ferito di suo figlio, poi si avvicina a lui e gli accarezza la testa.
Sudqui ha iniziato a raccontare quello che è successo questa mattina.
Verso le 5.45-6.00 del mattino, suo figlio Mohammed, un altro fratello ed altri due lavoratori, cugini di Mohammed, stavano raccogliendo frutta e verdura nella propria terra.
La terra dista circa 700 mt dal confine con Israele.
" C'era una jeep posizionata al confine - racconta Sudqui - ma non ci sono stati spari di avvertimento".
Cinque colpi, improvvisi, due dei quali diretti a Mohammed.
L'ambulanza non ha potuto raggiungere il corpo di Mohammed, perché gli spari da parte dei soldati israeliani erano incessanti, e l'ambulanza necessitava di un permesso per proseguire. L'ambulanza così si è fermata a circa un chilometro e mezzo dal corpo di Mohammed.
Alcune persone hanno raggiunto il corpo di Mohammed con una macchina, sotto gli spari israeliani, e l'hanno trasportato verso l'ambulanza.
"Gli israeliani sparano sempre contro di noi. Mohammed stava lavorando, improvvisamente è rimasto ferito. Da 13 anni affrontiamo quotidianamente questa situazione", continua Sudqui.
Poi aggiunge: "Una settimana fa, ero con i miei nipoti , raccoglievamo cipolle. Sono arrivati 30 soldati, io ho portato del tè per i lavoratori. Improvvisamente i soldati hanno iniziato a sparare e tutti si sono distesi sul terreno".
La loro famiglia è composta da 10 persone, la vita di tutti dipende dalla terra.
Ho chiesto a Sudqui quali sono state le prime parole di suo figlio.
"Alhamdulilah" ("Dio sia lodato"), mi ha detto il padre. Mohammed ha ringraziato Dio di essere ancora vivo, perché il proiettile avrebbe potuto colpirlo in altre parti del corpo.
Ieri Mohammed era andato all'università per scegliere il suo percorso di studi.
Ma la sua guarigione richiederà molto tempo.
Mohammed Al Qarra, 17 anni, con suo padre Sudqui Al Qarra
Mohammed Al Qarra, 17 anni
il braccio sinistro di Mohammed ancora sanguinante
Radiografie:
Quello di Mohammed è l'ennesimo caso in cui un contadino viene ferito al confine con Israele.
Spari, incursioni israeliane con bulldozers e carroarmati, sono episodi all'ordine del giorno.
Questi episodi aumentano vertiginosamente nei periodi della semina e della raccolta.
L'esercito israeliano, posizionato in jeep o nascosto dietro piccole colline, o all'interno di torri, usa sparare contro civili, contadini e residenti, nelle aree lungo il confine con Israele.
I soldati israeliani sanno bene che le persone a cui stanno sparando sono contadini.
E' ciò che ha espresso anche Sudqui, dicendo "Sono convinto che loro sanno chi è mio figlio, sono convinto che ci conoscono, perché sono dotati di potenti fotocamere."
Ma i soldati israeliani devono far "sentire" la propria presenza, il proprio incontrastato "dominio".
Umiliare i contadini, spaventarli, per evitare che tornino a coltivare le proprie terre, è il loro obiettivo.
Il popolo palestinese è dotato però di una straordinaria capacità di resistenza, e continua, sotto gli spari, ad allungare le braccia per raccogliere i frutti della propria terra.
Israele non si accontenta di aver imposto illegalmente una "no go zone" di 300 mt lungo tutto il confine di Gaza.
Vuole negare il diritto ai palestinesi a coltivare la terra anche a 500 mt o 700 mt di distanza dal confine.
Sono personalmente vittima e testimone diretta di questi attacchi. Riporto a questo proposito due video che ho girato nel mese di aprile mentre accompagnavo i contadini palestinesi a raccogliere il grano in Khuza'a, vicino Khan Younis, a sud della Striscia di Gaza.
Soldati israeliani sparano sui contadini intenti a raccogliere il grano:
Il silenzio internazionale si fa complice di queste continue violazioni dei diritti umani da parte dell'esercito israeliano nella Striscia di Gaza, ed è responsabile quanto Israele delle ferite inferte a Mohammed e di tutti i civili feriti od uccisi dall'esercito israeliano.
Il padre di Mohammed accarezza la testa di suo figlio, muove le dita della sua mano, con amore, e con la dignità e la forza di andare avanti, nonostante tutto.
2 commenti:
ciao sto facendo una tesi su vittorio arrigoni, ho una parte specifica su gaza e un'altra sull'ism dove ho intervistato anche alcuni volontari che mi hanno raccontato la loro esperienza. Ti andrebbe di aiutarmi? Ho saputo dai tg che è stato chiuso il valico di Rafah, com'è ora la situazione?
Grazie, Rosa, per tutti i tuoi preziosi aggiornamenti dalla Striscia di Gaza!
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