Sabato sera verso le 19.00, i soldati israeliani hanno aperto il fuoco al confine di Karm Abu Salem, ad est di Rafah, a sud della Striscia di Gaza.
Sohaib Sultan, 6 anni, stava giocando nella sua abitazione con i fratelli quando è stato ferito da uno dei proiettili alla parte alta della coscia.
I genitori, Majed, 45 anni, e Fayza, 44 anni, l'hanno trasportato con la macchina in ospedale.
Sono andati prima al Nagar hospital e poi all'European hospital, in zona Khaln Younis.
Il proiettile si trova ancora nel corpo del bambino.
I suoi genitori ci hanno detto che il dottore non si è sentito di operarlo.
Ha solo detto loro "sarà vostra reponsabilità".
I genitori hanno così deciso di rivolgersi ad un altro ospedale.
Il padre ci mostra la radiografia.
Il proiettle è ben visibile all'interno del corpo del bambino.
Chiediamo a Sohaib "Kif alak"? ("Come stai?")
ci risponde "Alhamdulilah" ("Dio sia lodato"). Va tutto bene per Sohaib.
Rimango stupita davanti alla sua risposta. Alhamdulilah, come se niente fosse successo, come se il suo corpicino non fosse abitato ora da un proiettile di 215 mm.
E'un bambino forte Sohaib.
Gli accarezzo la testa sorridendogli, mi ricambia il sorriso.
Sohaib ha 3 fratelli e 5 sorelle ed è il più piccolo della famiglia. Sua madre Fayza ha problemi ai reni e suo padre Majed è disoccupato.
Il padre è preoccupato. "Non c'è niente che possa fermare i proiettili", ci dice, facendo riferimento ai pannelli che costituiscono il soffitto della loro abitazione e parte delle pareti, e da cui possono entrare facilmente proiettili.
Gli chiedo se se la sente di lasciare un messaggio al mondo esterno. "Mettete fine all'assedio di Gaza - ci dice - e lasciate che la gente viva una vita normale.
Noi siamo civili, per favore, non sparate. Non abbiamo armi, noi viviamo una vita civile. Lasciateci solo vivere una vita umana, in pace."
Domani andremo insieme in ospedale a parlare con un dottore e forse Sohaib sarà operato.
Saremo con loro, per ogni supporto, per far sentir loro che non sono soli, nonostante il silenzio della comunità internazionale.
Sohaib Sultan, 6 anni, stava giocando nella sua abitazione con i fratelli quando è stato ferito da uno dei proiettili alla parte alta della coscia.
I genitori, Majed, 45 anni, e Fayza, 44 anni, l'hanno trasportato con la macchina in ospedale.
Sono andati prima al Nagar hospital e poi all'European hospital, in zona Khaln Younis.
Il proiettile si trova ancora nel corpo del bambino.
I suoi genitori ci hanno detto che il dottore non si è sentito di operarlo.
Ha solo detto loro "sarà vostra reponsabilità".
I genitori hanno così deciso di rivolgersi ad un altro ospedale.
Il padre ci mostra la radiografia.
Il proiettle è ben visibile all'interno del corpo del bambino.
Chiediamo a Sohaib "Kif alak"? ("Come stai?")
ci risponde "Alhamdulilah" ("Dio sia lodato"). Va tutto bene per Sohaib.
Rimango stupita davanti alla sua risposta. Alhamdulilah, come se niente fosse successo, come se il suo corpicino non fosse abitato ora da un proiettile di 215 mm.
E'un bambino forte Sohaib.
Gli accarezzo la testa sorridendogli, mi ricambia il sorriso.
Sohaib ha 3 fratelli e 5 sorelle ed è il più piccolo della famiglia. Sua madre Fayza ha problemi ai reni e suo padre Majed è disoccupato.
Il padre è preoccupato. "Non c'è niente che possa fermare i proiettili", ci dice, facendo riferimento ai pannelli che costituiscono il soffitto della loro abitazione e parte delle pareti, e da cui possono entrare facilmente proiettili.
Gli chiedo se se la sente di lasciare un messaggio al mondo esterno. "Mettete fine all'assedio di Gaza - ci dice - e lasciate che la gente viva una vita normale.
Noi siamo civili, per favore, non sparate. Non abbiamo armi, noi viviamo una vita civile. Lasciateci solo vivere una vita umana, in pace."
Domani andremo insieme in ospedale a parlare con un dottore e forse Sohaib sarà operato.
Saremo con loro, per ogni supporto, per far sentir loro che non sono soli, nonostante il silenzio della comunità internazionale.
Sohaib Sultan, 6 anni
Sohaib Sultan, 6 anni
la radiografia. Il proiettile è ben visibile a destra
la radiografia. Il proiettile è ben visibile a destra
la radiografia. Il proiettile è ben visibile a destra
Sohaib Sultan, 6 anni
Sohaib Sultan, 6 anni, e suo padre Majed Sultan, 45 anni
il buco provocato dal proiettile che ha colpito Sohaib
Nell'abitazione ci sono diversi fori provocati dai proiettili
una "parete" dell'abitazione
1 commento:
POVERI BAMBINI LORO SONO LE VITTIME DI TUTTE LE GUERRE.
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