mercoledì 21 dicembre 2011

Dalla barca Oliva, 21 dicembre 2011


Questa mattina siamo usciti di nuovo con la barca Oliva per monitorare i diritti umani ed osservarne le violazioni da parte della marina israeliana sui pescatori palestinesi nelle acque di Gaza.
Report - Siamo partiti dal porto di Gaza city alle ore 8:15. A bordo ero con un altro osservatore internazionale ed il capitano palestinese.

Alle ore 8:45 abbiamo raggiunto quattro hasakas (le piccole imbarcazioni dei pescatori) nel nord della Striscia di Gaza, a circa 2.2 miglia nautiche dalla costa (31° 35.40N / 034° 26.29E).

Alle ore 9:20 abbiamo avvistato una nave della marina israeliana muoversi verso le quattro imbarcazioni dei pescatori e verso la nostra barca a grande velocità. Noi e le quattro imbarcazioni abbiamo iniziato ad indietreggiare verso la costa. La nave della marina israeliana ha continuato a correre dietro le imbarcazioni e dietro di noi fino a raggiungere le 1.5 miglia nautiche dalla costa (31° 34.68N / 034° 26.49E) per poi tornare indietro.

Alle 10:20 la stessa nave della marina israeliana si è avvicinata alle quattro imbarcazioni dei pescatori che si trovavano all'interno dell'area segnata dagli indicatori posti a circa 2 miglia dalla costa al limite a nord imposto sull'area consentita alla pesca palestinese (31° 35.41N / 034° 26.57E), continuando a spaventarli e sparando più volte in acqua.

Alle 11.00 la nave della marina israeliana è tornata indietro e la barca Oliva è tornata al porto di Gaza.

 
Le restrizioni sull'area pescabile incidono notevolmente sulle capacità di sostentamento dei pescatori palestinesi. Questa area doveva estendersi per 20 miglia secondo gli accordi di Jericho del 1994 (sotto gli accordi di Oslo), poi fu ridotta alle 12 miglia, alle 6 miglia ed ora alle 3 miglia dal gennaio 2009. La 'buffer zone' marina limita l'accesso dei pescatori di Gaza all'85% delle acque pescabili di Gaza stabilite dagli accordi di Oslo.

Israele attacca regolarmente i pescatori palestinesi entro il limite delle 3 miglia nautiche. Il sostentamento di molti Gazani dipende dalla pesca ed Israele continua a sparare con armi da fuoco ed utilizzare cannoni di aqua per impedire ai pescatori di fare il proprio lavoro.

L'assedio di Gaza continua da più di quattro anni, limitando l'area marina consentita per la popolazione di Gaza.

Il Civil Peace Services con la sua barca Oliva continua a monitorare potenziali violazioni dei diritti umani nel mare di fronte alla Striscia di Gaza.
Ecco il sito del Civil Peace Service http://www.cpsgaza.org/



  Una nave della marina israelina insegue dei pescaotori palestinesi



























1 commento:

Anonimo ha detto...

Grazie, Rosa. Mando in giro alle redazioni, anche radio popolare, vediamo se qualcuno si degna di denunciare le quotidiane oppressioni subìte da questo popolo martoriato. Un abbraccio, continuo a seguirti.

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